“Alla pressione da parte dell’opinione pubblica sui risultati delle analisi delle acque di balneazione ci eravamo abituati, ma leggere su un quotidiano locale un articolo con informazioni del 2016, cioè dell’anno scorso, è la prima volta che ci accade. Ci vuole la collaborazione di tutti, Media compresi, a non generare, come è successo questa mattina sul quel tratto di costa tirrenica reggina, la paura collettiva”.
E’ quanto riferisce il Dipartimento provinciale di Reggio Calabria dell’Arpacal in merito alle numerose telefonate, mail e contatti al numero WhatsApp dell’Agenzia (338.6795039), su un presunto divieto di balneazione esteso da Gioia Tauro sino a Scilla, praticamente tutta la costa tirrenica reggina, pubblicato sull’edizione locale di Reggio Calabria di un quotidiano regionale che ha RI-pubblicato testualmente una nota Arpacal ma del 10 agosto 2016.
Coincidenza ha voluto che i tecnici Arpacal si trovassero questa mattina sui luoghi citati dall’articolo, venendo “assaliti” da domande e proteste dei turisti presenti, in particolare a Scilla. Da una verifica documentale della notizia, è emerso che per Gioia Tauro, così come per Scilla, non sono stati comunicati esiti sfavorevoli a chicchessia, e che la notizia riferisce date e circostanze assolutamente non vere, anche per il tratto di costa come il pontile nord di Gioia Tauro, dove il mare quest’anno è qualificato come SCARSO e quindi non è balneabile.
E’, invece, vero e documentabile il super lavoro che i tecnici Arpacal, in collaborazione con le Capitanerie di Porto, stanno facendo per fronteggiare le criticità segnalate dai turisti, allarmati dalla presenza sul pelo dell’acqua di chiazze di colore verdastro, giallastro o marroncino. Già nelle settimane passate si è avuto modo di confermare che trattasi di fioriture algali.
Oggi, infatti, il Dipartimento di Reggio Calabria dell’Arpacal ha trasmesso alla Capitaneria di Porto , l’esito delle analisi, sempre su acque verdastre, eseguite su campioni prelevati in diversi interventi compresi tra il 6 ed il 10 luglio scorso. In tutti i casi - tranne che in un punto alla foce del Mesima ed in un altro al Pontile Nord di Gioia Tauro nel tratto in cui il mare è già di qualità scarsa e quindi non balneabile - si è esclusa, come dice il referto, la contaminazione fecale, mentre si è accertata la presenza di specie algali appartenenti all’ordine delle Gymnodianiales, in alcuni casi in quantità abbondanti.
In allegato, i rapporti di prova sul tratto di costa tirrenico reggino nel periodo compreso tra giugno e luglio. QUI