Da novembre scorso, l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) è entrata a far parte del Gruppo di Lavoro ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per la redazione ed aggiornamento della “Carta del Consumo del Suolo”; attraverso il suo Centro Geologia e Amianto, diretto dalla dr.ssa Teresa Oranges, l’Arpacal fornirà infatti il suo contributo con l’aggiornamento dei dati calabresi per la nuova edizione della Carta del Consumo del Suolo, la cui ultima edizione in Italia risulta aggiornata al 2015. Tali mappe rappresentano lo stato di “artificializzazione” del territorio, utile per l’attuazione di politiche territoriali sostenibili.
Dai dati è possibile riscontrare, infatti, come negli ultimi anni sia avvenuto un rallentamento del consumo del suolo soprattutto nelle aree a bassa densità. Nonostante ciò, nel periodo 2013-2015 le nuove coperture artificiali sono aumentate di 250 chilometri quadrati. La tabella 1 riporta il consumo del suolo stimato nei Comuni a maggiore incremento. In figura 1 viene rappresentato a livello nazionale il consumo del suolo riferito al 2015, dove si evidenzia la forte presenza di aree impermeabilizzate nella misura maggiore del 9% (aree di colore rosso).
Da novembre 2016 Arpacal ha aderito al Gruppo di Lavoro ISPRA per l’aggiornamento al 2016 della Carta del Consumo del Suolo mediante l’utilizzo di tecniche miste fotointerpretazione/telerilevamento, grazie all’attività svolta presso il Centro Geologia e Amianto dal geol. Luigi Dattola e dal geol. Ivan Meringolo del DAP di Catanzaro.
L’attività è basata, preliminarmente, sulla verifica di eventuali errori di omissione presenti nei dati del 2015, operando un raffronto con le ortofoto del 2015 della Regione Calabria.
Il passaggio successivo si basa sull’elaborazione di immagini satellitari riprese nel 2016 dal satellite multispettrale ad alta risoluzione Sentinel2 (costellazione satelliti Sentinel - ESA). Il dato, processato all’interno del software ERDAS imagine, viene restituito in termini di mappe di “NDVI max” (Normalized Difference Vegetation Index) che, opportunamente post-processato, viene utilizzato per individuare il suolo consumato nel periodo 2015-2016.