Un’attività di controllo straordinaria, disposta dal Direttore del Dipartimento di Vibo Valentia dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal), Dr.ssa Angela Diano, ha consentito di attenzionare ulteriormente le problematiche ambientali circoscritte all’area del fiume Mesima, che segna il confine tra le provincie di Vibo Valentia e Reggio Calabria, considerato una fonte di pressione significativa per la qualità delle acque di balneazione.
“Le aree limitrofe, ricadenti nella provincia di Vibo Valentia – fanno sapere dal dipartimento vibonese Arpacal - subiscono già gli effetti di tale fonte di pressione, che ne ha determinato la seguente classificazione: nel punto denominato “200 m a dx fiume Mesima” la qualità è scarsa con divieto di balneazione permanente; nel punto denominato “Valtur” la qualità è scarsa”.
Gli interventi sono stati effettuati dal personale tecnico del Dipartimento di Vibo Valentia a ridosso del Ferragosto presso l’area della foce del fiume Mesima e presso i punti di balneazione prospicienti i comuni di Nicotera e Joppolo. E’ stato richiesto anche l’intervento del personale tecnico del Dipartimento di Reggio Calabria, coordinati dalla dott.ssa Letteria Settineri che, insieme al personale della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, ha ispezionato l’area del Mesima e i punti di balneazione ricadenti nella provincia di Reggio Calabria.
“I tecnici – fa notare il Direttore del Dipartimento di Vibo Valentia dell’Arpacal - hanno rilevato la presenza di pregresse opere di sbarramento presso la foce del fiume, che causavano la formazione di vaste aree di acqua stagnante, con schiume consistenti sulla superficie e ai margini delle aree. L’interruzione in più punti dello sbarramento consentiva il libero deflusso delle acque che raggiungevano il litorale prospiciente la foce con interessamento delle acque marine. Veniva rilevata anche la presenza di rifiuti solidi nelle acque e lungo la strada che conduce alla spiaggia”.
Per valutare il potenziale rischio ambientale e sanitario sono stati così effettuati campionamenti nelle aree di acqua stagnante per le analisi chimiche, microbiologiche e tossicologiche.
“I primi risultati – fa sapere la dr.ssa Diano - hanno evidenziato un’elevata carica batterica (30.000 cell/100 ml di E.C. e 20.000 cell/100ml di E.I.) e microalgale. E’ in corso l’identificazione del fitoplancton. Le analisi microbiologiche, effettuate sui campioni prelevati il 12 agosto sui punti di prelievo delle aree di balneazione dei comuni di Nicotera e Joppolo, hanno dato risultati conformi ai valori normativi. Questi risultati analitici non sono in contrasto con quanto evidenziato nell’area di foce, poiché la diluizione, l’intensità e la direzione della corrente e del vento intervengono come fattori influenzanti le condizioni di balneabilità, favorendo la naturale capacità depurativa del mare”.
“Considerato quanto rilevato visivamente, però – conclude la dr.ssa Diano - non si può escludere che, durante il corso di mareggiate e/o di eventi meteo rilevanti, le acque dell’area di foce possano interessare notevolmente le aree di balneazione con conseguente rischio sanitario. Gli Enti competenti sono stati informati e invitati ad adoperarsi con le adeguate misure di gestione per il risanamento dell’area”.
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