Se il radon è un gas naturale ma radioattivo presente nel suolo e nelle rocce, si capisce l’importanza della campagna di misurazione avviata dai tecnici del dipartimento di Vibo dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal) e che ieri ha riguardato tutte le frazioni del Comune di Ricadi: Brivadi, Ciaramiti, Faro Capo Vaticano, Lampazzone, Orsigliadi, San Nicolò, Santa Domenica , Santa Maria, Stazione di Ricadi, Torre Marino.
Grazie alla collaborazione tecnica dell’arch. Vincenzo Calzona, del Comune di Ricadi, infatti, l’ing. Pietro Capone ed il dr. Saverio Rizzo del dipartimento provinciale dell’Arpacal di Vibo Valentia, hanno realizzato la fase prevista dal progetto finalizzato a misurare la presenza di radon nei luoghi pubblici e nelle abitazioni private dei Comuni aderenti all’iniziativa.
La tappa di Ricadi, strategica sotto il profilo tecnico-scientifico, rientra infatti nell’ambito di un progetto più ampio al quale hanno aderito tutti i comuni della provincia interessati a conoscere, attraverso un’accurata attività di monitoraggio, la determinazione dei livelli di concentrazione del gas radon. Non solo per evidenziare possibili rischi derivanti dall’esposizione a concentrazione di radioattività naturale potenzialmente presente anche nelle abitazioni, ma soprattutto per rafforzare la conoscenza e favorire di conseguenza l’adozione di eventuali comportamenti di tipo precauzionale. Principio, quella della precauzione, che sul fronte radon, orienta le attività dell’agenzia ambientale che punta a realizzare un accurato monitoraggio teso a sviluppare un’adeguata conoscenza, ponendosi come riferimento istituzionale per gli enti e i cittadini.
Per lo screening eseguito dai tecnici Arpacal sono stati utilizzati strumenti di misura di piccole dimensioni e ritenuti efficaci per rilevazioni di lungo periodo, generalmente un anno, e denominati esposimetri, che al termine del periodo di monitoraggio vengono restituiti al laboratorio per l’effettuazione dell’analisi.
Nelle situazioni in cui, dopo sei mesi circa di misurazione, si dovesse rivelare una concentrazione di radon superiore ai livelli di riferimento ci sarebbero comunque interventi di facile realizzazione e poco invasivi per limitare o eliminare i punti di infiltrazione. Un rimedio immediato, anche se non efficace nei casi più importanti, consiste nel continuo ricambio d'aria degli ambienti. Una corretta quanto continua ventilazione, infatti, può contrastare gli accumuli del gas che tendono a far aumentare la concentrazione di radon negli ambienti. Nei casi necessari, i rimedi più semplici sarebbero accompagnati da metodi di depressurizzazione del suolo, per esempio vespai, in grado di separare le mura dal suolo e impedire la risalita del gas radon.