Un gruppo di studenti provenienti dall’Istituto Tecnico Tecnologico “E. Ferrari” di Chiaravalle Centrale ha intrapreso, presso la sede del Dipartimento di Catanzaro dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria), un percorso di alternanza scuola – lavoro denominato “Ambiente e Rifiuti”.
Ciascuno studente dedicherà l’attività prevista, suddivisa in sei incontri, alla propria formazione nella dimensione istituzionale del monitoraggio ambientale, ampliando e approfondendo insieme ai tecnici dell’Arpacal un’insieme di attività che andranno a far parte del bagaglio intellettuale e culturale degli studenti.
Il progetto, proposto da Michele Folino Gallo, referente del Dipartimento di Catanzaro per il servizio di educazione orientata alla sostenibilità ambientale, offre un’opportunità formativa attraverso la quale far sperimentare agli studenti un percorso d’integrazione tra la realtà scolastica ed un Ente Pubblico preposto al controllo e al supporto tecnico-scientifico alla Regione, ai Comuni ed alle altre amministrazioni per l’attuazione delle diverse azioni connesse alla salvaguardia del territorio calabrese.
Il percorso formativo sarà incentrato sulla bonifica dei siti contaminati nell’ambito degli interventi di recupero e di risanamento ambientali attraverso, anche, con l’ausilio di uno specifico software per l’analisi di rischio-sito specifico, diventato ormai un supporto essenziale nelle fai di caratterizzazione dello stato di contaminazione.
Ad aprire questi cicli d’incontri è stato Salvatore Procopio, del laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento di Catanzaro, spiegando cosa sia la radioattività naturale e, più nel dettaglio, cosa sia il gas radon e come debba essere misurato e monitorato. Il radon non è frutto dell’inquinamento, è del tutto naturale, ma questo non significa che sia innocuo, anzi, tutt’altro. Vivere, lavorare o studiare in ambienti con elevate concentrazioni di radon aumenta la probabilità di contrarre un tumore polmonare, ma una semplice prevenzione può ridurre il rischio. Incolore e inodore, è prodotto dalla degradazione dell’uranio, un metallo pesante che si trova in alcuni tipi di rocce e di terreni, per esempio quelli di origine lavica, tufica e granitica molto presenti in Calabria.
“Nella nostra Regione, altamente sismica, le rocce uranifere, ha spiegato Procopio, si trovano in quasi tutte le formazioni del sottosuolo, e per tale motivo è fondamentale individuare le possibili vie di comunicazione tra il sottosuolo e la superficie attraverso le diverse faglie e fratture. I dati, ottenuti dal posizionamento dei dosimetri, confermano una forte correlazione tra le faglie attive presenti sul nostro territorio e l’andamento di una concentrazioni anomale di radon”.
Alternanza scuola-lavoro: in Arpacal il "Ferrari" di Chiaravalle
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