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Una delegazione di studenti, 4B - 4C - 4E e 3C del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Catanzaro Lido, accompagnati dalle prof.sse Rita Santoro e Antonella Loiacono hanno visitato ieri mattina la Sede Centrale ed il Dipartimento Provinciale Arpacal di Catanzaro.
Accolti dal Commissario Straordinario, Avv. Francesca Maria Gatto  e dalla dott.ssa Silvana Naccarato, i ragazzi hanno, sotto la guida del dott. Salvatore Ferro, osservato l’impianto fotovoltaico e gli inverter presente nella struttura.
Il tecnico che ha seguito l’intero progetto, Salvatore Ferro, ha spiegato come “l’Agenzia ha investito nell’energia sostenibile per prendersi cura dell’ambiente, ottimizzando la gestione energetica del proprio patrimonio immobiliare istallando impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.” Dallo studio tecnico dell’impianto i ragazzi  hanno compreso, attraverso alcuni grafici, e specialmente attraverso un monitor collegato all’impianto, quanta energia è stata prodotta, quante emissioni di C02 sono state evitate e quante tonnellate di petrolio sono state risparmiate.
Passando dall’Ufficio Accettazione del Dipartimento di Catanzaro, con il Responsabile Mario Bruno, i ragazzi hanno svolto una giornata tra il laboratorio bionaturalistico e chimico.
Dopo i saluti della Dirigente del Laboratorio Bionaturalistico, Filomena Casaburi, gli studenti con la biologa Giorgia Bulotta ed il tecnico Rosario Canino hanno osservato  un’ analisi microbiologica dell’acqua, con con la tecnica delle membrane filtranti, che permette di evidenziare la presenza di batteri indicatori di inquinamento. Nel caso dell’acqua destinata al consumo umano, i biologi per stabilire se un’acqua è potabile sotto il profilo microbiologico si ricercano i cosiddetti “indicatori di contaminazione fecale” come i coliformi, gli escherichia coli e gli enterococchi.
“Con la tecnica delle membrane filtranti - ha spiegato Giorgia Bulotta - i batteri, di dimensioni maggiori rispetto ai pori del filtro, rimangono bloccati sulla superficie del filtro stesso. Dopo la filtrazione ogni membrana viene inserita in una piastra contenente uno specifico terreno di coltura che permette la crescita e la differenziazione dei batteri ricercati”. “Tutte le operazioni devono essere svolte rigorosamente in condizioni di sterilità -  ha illustrato il tecnico Rosario Canino - quindi i supporti e i contenitori vengono sterilizzati in autoclave oppure devono essere usa e getta”.
I ragazzi, oltre alla tecnica di conteggio MPN (most probable number), hanno osservato un’analisi eseguita con il Colilert 18, che rileva contemporaneamente sia i coliformi totali sia  escherichia coli in acqua, o i coliformi fecali nelle acque reflue, con risultati in 18 ore.
In compagnia dei tecnici del laboratorio chimico, Iolanda Sacco e Carmine Tomaino, la scolaresca ha osservato alcuni metodi analitici come la cromatografia ionica, che utilizza come parametri gli ioni positivi, cationi e anioni, per l’analisi delle acque destinate al consumo umano e superficiali ricercando parametri caratterizzanti la qualità dell’acqua e le sostanze chimiche indesiderate, che alterano la qualità organolettica dell’acqua (ad es. ferro) o che sono  nocive per la salute umana (es. arsenico, antiparassitari). E’ stato ribadito, inoltre, come Arpacal lavori attivamente per il Piano di tutela delle Acque programmato dalla Regione Calabria.
La dirigente dal Laboratorio Chimico, Mimma Ventrice, ha mostrato ai ragazzi come funziona il rilevamento di metalli (ferro, arsenico) attraverso l’ ICP Massa con il plasma ossia la tecnica analitica basata sull'utilizzo della spettrometria di massa abbinata al plasma. Per finire i ragazzi hanno visitato la stanza delle bilance analitiche e tecniche, poste in una stanza particolare con una temperatura ed un tasso di umidità ben controllato.

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