Pubblicati questa mattina sul sito web dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) due report del Centro Regionale Coordinamento Monitoraggi Ambiente e Salute. Il primo riguarda la mappa/censimento dei siti caratterizzati da radioattività naturale impropria in Calabria, mentre il secondo interessa le misurazioni della concentrazione di gas radon nel Castello di Carlo V a Crotone.
Il censimento dei siti caratterizzati da radioattività naturale impropria in Calabria è il risultato delle attività di monitoraggio che l’Arpacal ha svolto alla ricerca della presenza di materiali contenenti NORM (Naturally Occurring Radioactive Materials: materiali con un contenuto importante di radioattività naturale), che storicamente sono stati usati in edilizia e la cui presenza, al momento, è circoscritta alla provincia di Crotone. La zona di Crotone, infatti, costituisce un importante caso studio della tematica affrontata, poiché la città Jonica è stata polo nazionale della chimica italiana sino agli Anni 90; in quest’area sono stati dispersi residui di lavorazione e materiali contenenti NORM e TENORM, in particolare fosforiti e palte fosforiche. Materiale che è stato, appunto, utilizzato in grande quantità per il riempimento di strade, piazzali e cortili viste le loro buone proprietà meccaniche.
Il secondo documento, riguarda la campagna svolta dei tecnici del Laboratorio Fisico “E. Majorana” del Dipartimento di Catanzaro dell’Arpacal sulla presenza di gas radon nei locali del castello di Carlo V a Crotone. Attività di monitoraggio di cui sono stati informati gli attori del territorio oltreché il Ministero dei Beni Culturali.
I due documenti sono connessi perché i risultati delle attività svolte nel castello di Carlo V, dove sono state registrate presenze di materiale contente TENORM, ha confermato quanto esposto nel censimento.
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