“Un patrimonio ambientale e culturale così importante come le Grotte di Zungri, insediamento rupestre dall’incommensurabile valore storico per tutta la nostra Calabria, non può rischiare di scomparire perché in attesa di lavori di regimentazione delle acque che lo proteggano dal dissesto idrogeologico. E’ per questo che, come Arpacal, abbiamo deciso, su richiesta del Sindaco di Zungri, arch. Francesco Galati, di patrocinare le attività di sensibilizzazione e promozione di quel sito, perché crediamo fermamente che l’ambiente da tutelare sia anche quello plasmato e contraddistinto da modelli abitativi come le Grotte rupestri di Zungri”.
E’ quanto dichiara il Direttore Generale dell’Arpacal, dott. Domenico Pappaterra, in merito al recente provvedimento di patrocinio che l’Agenzia ha riconosciuto al Comune di Zungri, in provincia di Vibo Valentia, per la promozione di iniziative a valenza ambientale organizzate dal locale Museo diretto dall’arch. Maria Caterina Pietropaolo.
Come raccontano gli operatori dell’ Insediamento Rupestre e Museo della Civiltà Rupestre e Contadina di Zungri , il nucleo centrale dell’insediamento si sviluppa lungo un’unica direttrice, ma tutto il complesso rupestre, composto da un centinaio di grotte, si articola su una superficie di circa 3.000 Mq. Le grotte hanno diverse forme e dimensioni (quadrangolari o circolari) alcune delle quali dotate di copertura a cupola con foro centrale. Esse sono mono o bi-cellulari, articolate su un solo piano o su due livelli, con scale d’accesso scavate nella pietra. Al loro interno, gli spazi, conservano alcuni elementi, come nicchie e incassi scavati nella parete di arenaria per la sistemazione di mensole, che testimoniano gli usi del vivere quotidiano degli abitanti di questi luoghi.
Definito “un eccellente esempio di ingegneria idraulica”, il sito è caratterizzato da una fitta rete di canalizzazione per il deflusso dell’acqua piovana nelle vasche di raccolta, poste a diverse altezze. L’acqua, elemento indispensabile per la sopravvivenza, è stata indiscutibilmente un elemento fondamentale per la scelta del luogo in quanto l’intero sito è circondato da splendide sorgenti di acqua.
Localmente è conosciuto come l’insediamento rupestre degli “Sbariati”, secondo gli studi è fatto risalire all’età medievale, ma scavato su preesistenze bizantine costituite da silos utilizzati per la conservazione del grano. Definito, infatti, “il grande granaio del Poro”, questo posto fu, ancor prima, utilizzato per lo stoccaggio delle derrate agricole anche come perfetto luogo di nascondiglio, fino a tempi recenti, quando la popolazione Zungrese si dovette rifugiare alle Grotte per ripararsi dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
“Gli operatori del Museo – conclude Pappaterra - vogliono pianificare iniziative di sensibilizzazione ambientale in quelle Grotte che hanno, ne sono sicuro, migliaia di anni di testimonianze da raccontare. E come Arpacal, anche per il complesso di iniziative di educazione ambientale che svolgiamo sul territorio, non potevamo trovare partner migliore per fare capire che, come ribadito nel Rapporto Territorio 2018 del nostro SNPA, la tutela del patrimonio ambientale, del paesaggio e il riconoscimento del valore del capitale naturale sono compiti e temi che ci richiama l’Europa, fondamentali alla luce delle particolari condizioni di fragilità e di criticità climatiche e territoriali del nostro Paese”.