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Michelangelo Iannone “Gli esiti delle nostre attività, che riguardino le verifiche della qualità delle acque di balneazione o qualunque altro controllo e misurazione, sono il risultato di un rigoroso percorso tecnico dalle solide basi scientifiche, che passa attraverso l’analisi in laboratorio dei campioni prelevati e la validazione dei dati ottenuti. Quando Arpacal restituisce dati scientifici, sulla balneabilità o altri fenomeni che si verificano nei nostri mari, non solo è un’assunzione di responsabilità verso i sindaci e le loro comunità e verso l’opinione pubblica in genere, ma è la certificazione di un percorso di esami di laboratorio cui viene data, successivamente, la più ampia pubblicità possibile”.

E’ quanto dichiarato dal direttore scientifico dell’Arpacal, dr. Michelangelo Iannone, a margine dell’incontro organizzato a Cetraro ieri dall’associazione Mare Pulito “Bruno Giordano” sul tema “Buone prassi per la tutela del mare”.

“Un incontro proficuo – ha commentato Iannone – con i diversi attori responsabili di tali attività, istituzioni ma anche associazionismo del territorio, e per questo ringrazio la dr.ssa Francesca Mirabelli, presidente dell’associazione Mare Pulito “Bruno Giordano” per l’occasione di dibattito che ci ha permesso di chiarire ulteriormente alcuni aspetti delle nostre competenze”.

“In merito alla presenza di scie di vari colori presenti sul tirreno calabrese, cosentino in particolare – ha concluso Iannone – ribadisco ancora una volta che Arpacal certifica la presenza di alghe, oppure altro, solo ed esclusivamente dopo aver analizzato i campioni, che vengono – molte volte - prelevati dalle stesse capitanerie di porto che cosi proficuamente collaborano con noi. Non abbiamo detto, e mai lo diremo, che ciò che vedono i turisti, segnalandoli alle guardie costiere calabresi, sono una cosa piuttosto che un’altra, senza passare attraverso un’analisi di laboratorio, ma è anche doveroso affermare che quanto riferito finora dai livelli istituzionali riguardo i fenomeni della colorazione marina è assolutamente corretto: fino a questo momento tutte le analisi effettuate da Arpacal riguardanti le cosiddette “scie colorate” giunte alla nostra attenzione sono risultate essere – senza ombra di dubbio - il risultato della cosiddetta fioritura algale”.